gli immortali

Posted by opinionista on Settembre 9, 2013

Tutte le storie hanno una fine. Tranne questa e poche altre.
Perchè la fine è importante daltronde.
La fine sancisce la fine, che è presto detto. Non a caso solo dopo una fine può esserci un nuovo inzio e viceversa.
Le eccezioni sono assai rare, e dolorose.
Le eccezioni eccellono in spensieratezza desiderata che collassa continuamente come una torta che non cresce che si brucia rimanendo cruda e mai pronta.
Ma cosa ne sappiamo noi dopotutto per stare qui a sindacare, per dire cosa sia giusto e cosa falso, dopotutto siamo senza battesimo, senza acqua santa e quel pianto di un bimbo, siamo nel limbo, anticamera dell’inferno.
fosse per me lo sai che farei accollerei tutti i cazzi miei ad un povero stronzo, mi sparerei tutta la robba del mondo in un giorno, mi lascerei andare giu nel fondo in un secondo.
E invece no. Uno come me non ha un motivo. Il perché ho smesso di chiedermelo da tempo, uno come me dice “manco lo voglio” uno come me amava così tanto che odiava tutto ciò che andava storto, e andava tutto storto, fu così che ripiegai, innamorandomi del brutto.
La presa ammale quando ti assale come un mostro, come un verme si infila sotto le unghie e risale sottopelle, risale fino al polmone, lo occupa, respira e cresce mentre tu vivi nell’apnea di un enfisema.
Una tenia che inghiotte tutte le cose buone e caga rancore, malinconia che diventa inconsolabile amore, solitudine, senso di colpa, la voglia di essere e fare che si tramuta in sosta ansiosa, voglia di scomparire, di ricominciare tutto da capo, urlare “io esisto”, non vedere piu se non il doppio,  non sentire più un cazzo se non lo stridulo fischio che precede il botto, e il lunotto sopra il cruscotto sopra sta custodia de sto cd rotto l’unica prospettiva che riconosco.
Tu non sai quanto mi pagherei per essere lasciato in pace.
Ahahahah, che pace? Tu non sapresti viverci in pace. Ti annoieresti.
E rido, certo che rido, si, volendo il più possibile, come no scemo, all infinito finchè le mascelle non mi si fratturano ed il cranio spazientito singhiotte occhi e occhiaie con tutte le orbite e tutto lo schifo che faccio e che vedo, rido, si, non so fare nientaltro.
Ogni giorno che passa diventa più grande, un incubo ricorrente che diventa assillante, e tu sempre più forte lo combatti, duro, inspessito come le nocche di un vecchio pugile suonato.
Essi che c’ho paura.
Tu non sai quanta. Non svegliarmi la mattina e morire solo come un cane in un giorno qualunque come chiunque in una città troppo piena e indaffarata per accorgersene. Faccia spenta tra la bava dell’ ennesima serata annata a male in cui alla domanda “che fare”, non hai saputo dare una risposta migliore che non pensare brucia corri veloce e non pensare brucia brucia bruciaaa!
Non voglio che finisca, vorrei vivere per sempre fossanche ogni giorno come il giorno più demmerda che ho vissuto, perchè quanno mori la gente a cui hai voluto bene e viceversa, piagne, ma poi deve annà avanti pefforza e per farlo, per forza te se dimentica.
Quindi si, questa storia è la storia allegra di chi vivrà per sempre, cancellata la parola fine dal proprio racconto, nessuna ultima pagina, ne ultima chance, fedeli della Religione della reversibiltà che diventa boomerang in cui non esiste più età, non esistono impedimenti di nessun tipo ne genere, in cui fai solo quello che vuoi, finchè te lo prometto, non apprezzerai più quello che fai perché non sai più quello che vuoi e ti odi.
Perdersi non è un problema, anzi, lo è solo se hai degli obblighi, legami, aspettative da assecondare, tragitti da fare, impegni da rispettare.
Per me, per noi, non è così. No. Visto che noi supereroi immortali abbiamo il superpotere di bruciare senza consumare la miccia, visto che già lo sai, domani è come oggi, oggi come ieri, visto che noi potremo vivere per sempre e morire mai, qualsiasi cosa succeda non toccherà mai a noi.

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