Male Cane
Posted by opinionista on Dicembre 3, 2012
Con il muso spostò il primo, il più grosso dei calcinacci, sentì l’odore sottostante e cominciò a scavare con le zampe.
Intorno non c’era niente di vivo che si muovesse, neanche il vento.
Dalle guance colava bava bianca, schiuma, e le orecchie ciondolanti erano appese ad un corpo rinsecchito dalla carestia. Con il furore meccanico della fame scavava, con la sicurezza che il suo olfatto non lo avrebbe tradito.
Quello che stava succedendo non riusciva a capirlo.
Poteva sentire la colpa, gli esseri umani lo avevano abbandonato, nessuno più gli si avvicinava da tempo, quasi aveva perso i contorni dell’immagine del suo amico erectus.
La vita era mera sopravvivenza e solitudine, niente di più.
Spostò i sassi, grattò, infilò il muso quindi grattò ancora. Con un balzo, deluso, si girò e si rimise in marcia. Non c’era niente neanche lì sotto.
Camminava al trotto, con l’asse del corpo leggermente spostato verso destra, le orecchie all’indietro ed il muso basso, il più vicino possibile ad eventuali notizie dal suolo. C’era solo quello.
Passavano anche giorni interi senza che mangiasse nulla, senza che incontrasse qualcuno, qualcosa.
La terra era arida e dura come fosse stato tufo sabbioso, rossa come il tramonto.
Arrivò sotto una collinetta che era ormai stremanto dalla fame, dalla stanchezza, dalla frustrazione. Arrivò in cima e si sedette.
Era il re del nulla, come i leoni lo erano stati nella savana. Ma Nessuna criniera lo torniva, nessuna leonessa, nessuna antilope, solo buio e polvere.
Una vento leggero gli carezzò l’umidiccio tartufo nero. Socchiuse gli occhi all’onda della polvere.
La lingua pendeva lunga dalle fauci secche, i denti biachi scintillarono alla luce lunare. Davanti a lui un’immensa distesa d’acqua.
Con fatica si alzò, trascinando i lombi anchilosati di nuovo in piedi.
Scollinare, sdraiarsi definitivamente su un fianco, riparare dietro una carcassa di qualcosa che un tempo servì gli uomini, e riposare.
Dormire, per non sentire la fame e la sete.
Solo questo poteva immaginare.
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