Giggetto

Posted by opinionista on Giugno 18, 2012

Questa è la storia di uno, anzi no, di due.
Due faggiani.
Con due gi. Perché stamo a roma, si con la r minuscola, rometta, e da sempre, funziona così nella mia città, chi capisce bene, e chi cavilla sticazzi.
Con “da sempre”, ovviamente, intendiamo tutto ciò che intendo io per “da sempre”, d’altronde, il “foglio” è il mio, la testiera è mia, il blog anche, e voi, mi sembra di poter dire che, da sempre, (sempre nell’accezione di cui sopra) siete avvezzi ad abbozzare, a farvi piacere quello che passa il convento, quindi adesso seguitate, perchè mettersi a fare i disobbedienti con me?! Sarebbe davvero patetico.
Patetico, esatto, che poi, questa è anche la materia che compone la storiella dei due in oggetto.
Giggetto & Fracicone.
Giggetto era un tipo senza un briciolo di coraggio ne sicurezza in sè.
Infatti, ogni volta che doveva dissentire, asserire, prendere posizione, che faceva? Scherzava.
(Da cui il detto “scherzando scherzando giggetto..”)
Questo lo metteva nelle condizioni di non esser reticente, ed al tempo stesso, di evitare scontri, conflitti aperti, frontali.
Il caso volle che spesso, le cose che diceva Giggetto, per assurdo, fossero verità taciute, imbarazzanti, ed in quanto tali, maltollerate, anche se divertenti.
Perché c’è sempre un aspetto comico, se non patetico, nell’essere umano.
Così facendo non solo riusciva a dire in maniera loffia e laterale quello che aveva da dire, ma anche a riscuotere un sufficente “successo” sociale.
Poi, un giorno, incontrò una persona molto permalosa che si risentì grevemente.
Ma Giggetto, non contento, cominciò a scherzare ancor di più sparando cose sarcastiche sulla permalosità, d’altronde, era più forte di lui, gli veniva in automatico oramai.
La situazione degenerò, e l’altro sentendosi nudo e vulnerabile, si difese nel più antico dei modi, attaccando, per paura di soccombere.
L’etologia conferma che il comportamento di Giggetto nei confronti del fracicone, fu sbagliato.
Perché l’animale che si sente minacciato non attacca se non quando percepisce che non è l’Ultima soluzione possibile.
Sarebbe bastato quindi a Giggetto, non ridere una volta aver scoperto che Fracicone si era risentito, non infierire.
Ma lui, che dell’etologia ignorava anche l’esistenza, infierì.
Anche perché, diciamocelo chiaro, a Giggetto, non gli ineterssava assolutaemnte nulla dei sentimenti di Fracicone, nello specifico, per lui Fracicone era solo un escamotage tecnico espressivo per riaffermare ancora una volta a se stesso che aveva trovato un modo per eludere i suoi silenzi, le sue paure.
Ma manco a fracicone interessava qualcosa della costellazione psicologica del buon Giggetto, e fu così che je menò de brutto, visto che poi,  al buon Fracicone la natura aveva dato altre doti, per così dire, spiccatamente fisiche.
Avvenuto il fattaccio, tutti gli altri, quelli del circoletto ( c’è sempre un circoletto, pure nell’artico..) smisero di ridere e si fecero seri, ed una cappa di fattaccio calò improvvisa su tutta la situazione.
Tutti stavano pensando che qeulla reazione smodata fosse stata patetica, che avesse aggiunto del patetico al patetico, raggiungendo un grado del patetico molto alto.
Giggetto, che le aveva prese, si sentì sconfitto per la prima volta.
Si perché Fracicone, non colludendo con la sua modalità, l’aveva scavalcato, e questo aveva generato in Giggetto uno smacco, uno scacco, la sopresa classica della “prima volta”.
Ora guardava Fracicone incredulo, della serie, “ma che cazzo fai, che sei matto?”
Fracicone guardava Giggetto invece come a dire, “comè che non ridi più adesso, stronzetto?”
Nel circoletto invece, tutti, abbassarono lo sguardo, per paura che uno dei due potesse cercare conforto, sotegno, consenso. Avrebbero voluto sparire piuttosto che mettersi in mezzo.
Fracicone ansimado come un bufalo, aveva negli occhi la luce della rivincita, satollo e affamato al tempo stesso.
Giggetto, rialzatosi, mostrava i segni dei colpi, e uno sguardo impaurito e beffardo al tempo stesso.
Eppure una cosa apparteneva ad entrambi, erano patetici, tutti e due, seppur in modo diverso.
Le difese che avevano alzato per far fronte alla vita erano crollate miseramente.
Gigetto si ritrovava nudo, con tutta la sua pavidità rivelata da un gesto fuori controllo, senza più consolazione.
Fracicone aveva ceduto alla propria rabbia  rivelando poco self control, di essere uno con cui non puoi scherzare, am peggio ancora aveva picchiato Giggetto.
I bulletti del circoletto che prima amavano Giggetto, adesso sembravano spostare le loro prefernze per Fracicone, ma in realtà nulla stava cambiando, se non il gradiente di pateticume nell’aria.

 

Così avviene che nella vita di tutti/e, tutti i cazzo di giorni. O no?

Ci si aggira per le nostre splendide piccole vite con una armatura scintillante, con il tempo sempre meno pesante ma al contenpo resistente, con il tempo sempre meno morbida seppur attillata, ergonomica, finchè, succede qualcosa, che ce la strappa di dosso e allora si rimane nudi, con le mani a proteggere il pube come faggiani.
Perché si prova vergogna per se stessi.
Perché ognuno racconta di sé un racconto sublimato ad arte, che non vale niente.

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One thought on “Giggetto

  1. ..e’ che poi fa bene ritrovarsi nudi, spogliati di st’armatura di cui parli, ti rigenera, come la muta al serpente e ar granchio. perche chill’ha detto che non dobbiamo essere patetici? forse che e’ un problema morale? estetico? semo faggiani e non nasciamo mparati. conta quanto te la racconti, ma dippiu conta quanto incassi il conto e come te rialzi.. e se poi nun te rialzi, vabbene pure cosi. qui spira vento de qualunquismo.