Discovery Channel – I mancamenti-
Posted by opinionista on Febbraio 23, 2015
Sono due. I mancamenti quando svieni, i mancamenti perché vieni.
No, sono tre. I mancamenti perché fumi, perché bevi, perché nun magni, perché ci hai la febbre.
Quindi i mancamenti sono, sarebbero sei, o forse sette, sono andato a cercare su wikipedia e non ho trovato risposta.
Cosicchè li ho dovuti contare da solo. E non dirò che contare può indurre un mancamento, per fare effetto.
No, abbiamo appurato che scrivere semplice è più difficile e fare il contrario è regalato come me.
E non solo, abbiamo appurato che ci sono svariati i tipi di mancamento, ognuno con la sua eziologia, volevo dire eziologia da un vita. Senza saperne il significato. Tutti dovrebbero avere delle parole in un archivio, che chiameremo “paroloni”, da usare a cazzo quando si pensa sia l’occasione giusta, rigorosamente senza averne mai saputo il significato, impari presto l’importanza che dire una cazzata al momento giusto piace, porta consenso.
I mancamenti sono un moto ondoso, non sono una retta dall’alto in basso, no, sono un circolo vizioso.
I mancamenti sono un vuoto daria, se non ti sei allacciato le cinture c’è il rischio de rimanacce stecchiti.
Sbatti la capoccia dove stanno le valige, i bagagli a mano, te se apre, te devi mette i punti di sospensione. Il il sangue è scuro che pare de quarcunaltro perchè il tuo te lo ricardavi più chiaro, nelle sbucciature sul ginocchio, ma alla peggio te se spezzal’osso del collo e ce rimani secco. Come un fesso. Immagina di tutti i modi in cui morire la posizione in classifica di morire in questo modo.
Pensa la tristezza. Una cosa assurda. Eppure..
Eppure, è una cosa che capita tutti i giorni e i giornali non lo dicono per non diffondere il panico. Perché non si deve sapere che basta così poco, un cielo, un volo, un mancamento.
Non lo dicono, lo tengono nascosto con un sistema complicato di negazioni, omissioni, falsificazioni, ma ogni giorno la gente muore nel mondo per i mancamenti.
Quando meno te lo aspetti, sei in auto, un periodo di merda, ti attraversa il dubbio, hai sbagliato dubbio e non tiene la rete che te sei fatto, quel batuffolo de fregnacce che te racconti pe mette in asse la spina dorsale, pe inizià e finì le giornate.
Sei in macchina e aspetti al semaforo, un lunedì qualsiasi di un mese invernale di un anno ennesimo di una vita abbastaza lunga per cui non sia più indicativo sapere con precisione. Un immagine, un volto, un ricordo sfumato come le paranoie, nitido come un emozione da cui scappavi e che adesso ti vince al sedile e ti piega, soverchia, come un singhiozzo.
E’ il mancamento. E’ ritornato il mancamento, ch mancava e che mo aritorna e tu chai il mancamento.
Se no te sei allacciato il cinturone, saldo con la pistola penzolante, la mano calda che la impugna svelta, sei spacciato. Te se fanno.
Se non ce stai, se non sei presente a te stesso, se te sei boicottato, la rete si spezza, l’onda ti travolge portndoti nel fondo, l’acqua te se infila nelle narici, in bocca, affoghi, cerchi l’aria, cerchi la luce verso cui andare per risalire e respirare. Ti servirebbero le gambe per spingere, le braccia per tirare, il fiato, ma non ce l’ìhai.
Questo succede, tutti i giorni in ogni posto del mondo la gente se spezza l’osso del collo per un mancamneto, ma non lo dicono, lo tengono nascosto e te li dai in faccia i brevetti presi in piscina.
Avevo ragione io papà, tanto valeva annà a giocà a pallone.
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