In trittment (il lavoro debilita)

Posted by opinionista on Maggio 24, 2011

“come fosse stata la notte dei lunghi silenzi…”
“l’hai visto?”
“no”
“è un bellissimo film, se ti capita vedilo”
“ok”
“ti dicevo..”
“era la prima volta che questa donna veniva per una seduta, ci presentiamo, brevi formalità, pochi convenevoli, dopodichè io come sempre le chiedo cosa l’aveva spinta a venire da me, quale fosse il motivo..”
“era bona?”
“macchè bona, macchè c’entra adesso…era una donna come tutte le altre, avrà avuto quarantacinque anni, forse meno, una persona come me e te, una persona qualsiasi, quelle che il più delle volte passa inosservata”
“era un cesso”
“enrri, no, non era un cesso, era una donna, una donna come tutte le altre..”
“..ti dicevo, comincia a raccontarmi dei problemi con il marito, per circa venti minuti, forse anche più parla senza interrompersi mai, alternando cenni salienti della loro relazioni a brevi, fugaci, ma sufficenti passaggi uitli a farmi intravedere quali fossero le emergenze emotive che questa storia le suscitava. Ascoltanola capisco che è una donna che non ha dimestichezza nel parlare di sè ma diversamente da quelli che possono essere i miei pregiudizi in questo senso, mi stupisce la sua intelligenza, la brillantezza con cui racconta alcuni passaggi mi affascinano e mi incuriosiscono, cosi chè ascoltarla diventa addirittura a tratti avvincente, se non fosse che era palese l’ansia che sentiva e che tradiva la sua logorrea”
“logochè?”
“Logorrea. E’ quando una persona ti investe con una flusso eccessivo di parole, un eccesso di verbosità, una specie di..”
“vabbè dai ho capito, sticazzi, prosegui”
” Si”
“Ad un certo momento si ferma, si interrompe fisssando un punto sul pavimento equidistante tra le due poltrone, poi, lentamente, quasi impercettibilmente sposta lo sguardo verso di me, cominciando dal basso, dai miei piedi e salendo, sù, sù, sempre più sù, sempre più sù, sempre lentamente, fino all’ultimo dei miei capelli, senza dire niente per tutto il tempo, in assoluto silenzio, senza tradire una smorfia, che sò un movimento impercettibile del viso, delle mani, niente, con uno sguardo ne vacuo ne pieno, distratto e al tempo stesso attento, sai la classica espressione che hanno le persone che mentre ti ascoltano, per un attimo sono rapite da qualcos’altro sullo sfondo, ma mai abbastanza da interropere il contatto.”
“te se voleva fà”
“macchè me se voleva fà, ascolta, il tutto sarà durato tre minuti.
“sai quanti sono tre minuti di silenzio assoluto? quanto possono pesare? senti passare ogni singolo secondo, e l’imbarazzo? per quello sguardo che per tutto il tempo ha tenuto sul mio corpo facendomi sentire inaduguato, nudo, offeso quasi, da tanto accanimento”
“c’hai avuto paura?”
“non proprio paura, non sò come dirti…, inquietato, inadeguato, invaso nell’intimità..
poi, inaspettatamente si alza, e con la stessa tranquillità con cui si era presentata se ne và, sempre senza dire una sola parola”
“e i sordi?”
“niente, neanche quelli, rimango immobile, pietrificato, seduto sulla mia poltrona, anch’io in silenzio”
“…e c’hai paura che non torna più e che non te li dà?”
“ma no figurati, non è questo il punto”
“allora perchè me lo hai raccontato scusa?”
” beh perchè m’ha colpito, non mi era mai capitato…è stato difficile”
“è stata na giornata demmerda?”
“si”
“dimmelo a me, non sai quanto te capisco…… io sò annato a lavorà”

IL PROLETARIATO NON HA NAZIONE INTERNAZIONALISMO EMANCIPAZIONE

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