Stragi

Posted by opinionista on Novembre 24, 2010

Chiedeteci scusa per quest’ammasso di corpi. Chiedeteci scusa. Per tutte quelle volte che avete mentito, nascosto, deviato. Per tutte quelle volte, troppe, che avete tradito. Chiedeteci scusa, è già tardi, fra poco lo sarà definitivamente. Chiedeteci scusa perché sappiamo odiare ancora, sul fondo di un cumulo di niente sappiamo, sentiamo, vediamo, ancora. Chiedeteci scusa se v’è rimasto un cuore sepolto nel petto, se v’è rimasto un nome che vi ricorda essere umani oltre il profitto, se ancora una stilla di sangue rosso corre viva fra metastasi di piombo e inchiostro. Chiedeteci scusa anche se non basta, chiedeteci scusa semmai ci incontraste sulla strada. Siamo gli ultimi, ultimi a cui interessa, fra poco le risposte saranno senza domanda, e allora il rumore dell’amore sarà il silenzio, un vuoto continuato che camminerà al fianco di ogni figlio e figlia di questo mondo. Saprai tacere allora come hai sempre fatto? Saprai mentire ancora contro un silenzio? Saprai guardare a te stesso con le stesso, immutato, rispetto? Chiedeteci scusa per aver avuto nessun coraggio, per essere stati i più vili, per l’oltraggio che avete fatto persino a quel senso che c’è nel cattivo. Chiedeteci scusa per ogni pugno malcelato da un sorriso, un sorriso che nascondeva falsità non peccato. Chiedeteci scusa per tutte quelle colpe che avete condiviso col tempo, nello spazio, perché hanno procreato altre piccole mille colpe, e poi altre e altre, finchè tutt siamo diventati nostro malgardo una infinitesimale parte di una piccola colpa. Chiedeteci scusa per tutto questo inestricabile inganno. Chiedeteci scusa per averci imbrogliato, sussunto, preso per il culo.

Ci saranno sentenze che non verrano mai pronunciate ne mai ascoltate ne mai ripetute da un’ eco solenne di qualche volta. Ci saranno sempre anime che continueranno a vagare senza pace, alle quali non verrà concesso neppure il dono amaro della pena.

Ma siamo tornati come torna un tuono, come torna un ultimo sussulto, un ultimo rantolo raccolto nelle ultime strenue forze che abbiamo timidamente conservato. Stiamo venendo a prendervi per sbattervi ad un muro, Siamo tornati come torna inevitabile la natura, la festa è finita, e vi dico una cosa;

Avete fatto male a non finirci quando avreste potuto, ora, per un’antica legge vecchia come il cucco saranno i vostri figli che vi uccideranno.

Ascolta che terribile suono suona la musica del cincifischio.

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