Necrologio per la Nasona

Posted by opinionista on Agosto 5, 2010

Era un po’ che non passavo da lei. Manco me ricordo più l’ultima volta. Però l’altro giorno, col fatto che avevo un po’ di tempo, me so detto "annamo un po’ a vede come se la passa? sto quartiere in fondo se sta a trasformà". Hanno ripulito pure i palazzi dove so nato e cresciuto. Ora so brutti lo stesso (e manco poco) pero’ non hanno i pezzi che cadono, i cornicioni crepati, il segno dell’abbandono. Tutto pe’ venneseli a qualche euro in più, se chiama cartolarizzazione quasi come i negozi ndo annavi a comprà i quaderni da regazzino. Esco dal cancello e faccio sto tratto de strada che quando ero piccolo me sembrava infintito. E’ stata la prima frontiera, il primo obiettivo de noi regazzini piccoli. E lei ce accojeva, come accojeva tutti. Noi regazzini, i vecchi, quelli che tornavano da scola o chi se fermava ar volo. Ce rifocillava dopo le interminabili partite a pallone che facevamo pero’ nella strada parallela, quella ndo non passavano macchine che a vedella oggi me viè da ride. Per noi era un campo da pallone, er più asimmetrico der monno, ora non passano manco i pedoni per le macchine che ce stanno. E lei ce accojeva sempre a braccia aperte e noi je volevamo bene. Come je volevano bene un po’ tutti, pure i tossici del quartiere che annavano a fasse davanti a lei, anche se ma la maggior parte c’aveva er buongusto de rimanè seduti dentro i loro cinquini; magara era rispetto quello che provavano.
Ma l’altro giorno quando so annato da lei, me sarei aspettato de tutto tranne de trovalla li. Spenta. Secca e morta come un albero appassito. Ancora tinta de giallorosso dallo scudetto de 9 anni fa. Ma pure il marmo sotto de lei ormai s’è crepato, come er coperchio de na vecchia tomba.
Ammazza che tristezza che m’ha fatto. Ce so proprio rimasto male. "E mo i regazzini ndo vanno?" me so chiesto. Abbacchiato so’ tornato a lavoro. Era l’unica de tutto l’isolato. Era proprio unica. Ora non so se c’è na sorella rimasta viva in quello stradone de periferia. Una stava all’inizio del vialone, 300 metri prima, ma non ho avuto er coraggio de annà a vede. Ero troppo triste.

Ciao Nasò, grazie de core

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