Il Volo di Italo

Posted by opinionista on Settembre 12, 2010

Mi chiamo Italo, il mio sogno è quello di volare. L’ho sognato perfino stanotte dopo che mio padre mi ha regalato le sue ali di cera. Dice che devo stare attento e che non dovrei passare vicino alle fonti di calore. Lui le usò per fuggire dal suo labirinto, peccato che non si sia accorto di essere finito dentro un altro di questi labirinti. Mio padre si chiama Dedalo ed è un uomo forte. Ha viaggiato, sconfitto avversari e conquistato donne. Ho tentato di spiegargli che non voglio fuggire da questo labirinto. Io non sono come lui, non sono capace.  Ma non voglio fuggire soprattutto perché ho paura di finire dentro un altro labirinto. Non voglio passare la mia vita a fuggire da me stesso, dai miei stessi imbrogli o da quelli degli altri. Al momento preferisco stare quì, rintanato in questo cantuccio e per amici ho qualcuno di questi volatili che non volano. Pare si chiamino galline ma prima d’ora non le avevo mai viste. Qualcuno deve averle dimenticate. Però mi piacciono, c’è un rapporto empatico tra noi. Credo che in passato le galline fossero realmente dei volatili e che per la troppa pigrizia o per lo scarso interesse abbiano fatto atrofizzare le loro ali. Loro non vogliono volare, io si. Vorrei volare non per stare sopra gli altri o distante dagli altri ma semplicemente perché vicino alle altre persone sono sempre a disagio. Questo però non l’ho mai detto a mio padre. Non capirebbe. Lui è diverso da me. Non avrebbe fatto andar via la donna che ha amato. L’avrebbe fermata, trattenuta e stretta a se. Io non l’ho fatto e ora piango lacrime amare. Piango lacrime che non ho più. Esaurite insieme alle possibilità di riaverla di nuovo. Vorrei farmene una colpa ma ormai non è più importante. Lui è diverso da me. Lui sa amare e non ha mai lasciato andare via una donna che amava. E’ stimato e apprezzato per il suo coraggio. Io vengo biasimato per la mia vigliaccheria. Ma non è stata la viltà a farmi nascondere in questo labirinto. Volevo solo dimostrare a me stesso, e non solo, tutte le mie potenzialità. Isolarmi mi aiuta ad evadere. Evadere mi aiuta a sognare. Sognare mi da il coraggio necessario per poter volare. Ora ho queste ali. Potrei fuggire adesso. Potrei volare verso il sole, librarmi in cielo, respirare la stessa aria degli uccelli che osservo da quando ero bambino. Ma invece ho deciso di distruggere queste ali. Se proprio andrò via da questo labirinto è perché lo avrò attraversato, da dentro. Magari incontro anche qualcun altro e a quel punto lo prenderò per mano e andremo via insieme. Non accadrà mai, ma almeno ci provo.

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