nineties

Posted by opinionista on Luglio 23, 2010

c’erano du pischelli. Al primo je puzzavano i piedi, al secondo le ascelle. Stavano tutto il giorno buttati in un cortile a cazzeggiare. Ridevano del nulla, se divertivano co poco. Poi s’aggiunse er terso. Che invece nun puzzava in niente. Occhi azzurri, zazzera bionda e nessun maleodore. Che all’inizio l’antri due s’ensospettirono…se dicevano, aho ma questo qui che vole!, boh, sarà mica na guardia?? cisua!?, noooo maddechè, che così giovane già poi fà la gurdia?? mbè, perchè no?! te dico de no! vabbè allora sarà er fijo de na guardia.., dici?! poesse. Passarono i giorni, i mesi, e in tre diventarono 4. S’aggiunse er secco, uno che pareva potesse mori da un momento all’altro de fame, svenuto pertera. Invece ada vede come jammollava. Se facevano settanta canne al dì, eersecco era l’unico che le reggeva sino all’ultima. Il biondo, quello bello, tornava a casa per cena che c’aveva l’occhi del westham, rossi fori, azzurri dentro. I primi due invece, siccome che fumando sballavano, comincianvano a puzza come matti. Poi un giorno arrivò il quinto. Un amico der secco, uno co na faccia da paraculo che levate. Uno che parlava poco. Uno che menava ‘botto. Un malandrino insomma, che voleva esse malandrino.La banda cominciò a movese pe Roma a fà danni. Fedele a se stessa e fedeli gli uni algli altri. Quandè che accadde la toppa. Inaspettata. Perchè potevano esse smaliziati quanto volete, ma stò fatto non l’avevano calcolato.Un giorno arrivò una pischella. Adavede che scene quel giorno. Tutta na coda de pavone che s’arzava, tutta na tensione negli sguardi, che cominciavano a ‘nbruttisse, ma mica per odio, per competizione. Ma fu nulla in confronto a quello che successe quanno sta pischella se presento co du amiche sue. Una mejo de n’antra che già lei era assai caruccia. Insomma erano diventati 8. Tutti coatti, di cui 5 arrapati farcichi, e 3, che se ce provi te faccio menà da mi fratello. Er secco nun se lo spiegava stò fatto che ogni pischella avesse stò maledetto fratello grosso che je prudevano le mano. Ma tant’è, se dovevano regolà, pe rispetto, se non per le tre amiche almeno pe stò fratello. Che non era sempre facile. Al mare per esempio, le docce fredde che se dovevano fà se specavano. Che a mala pena jeselafaceva a vedelle cosi belle coi costumi, che quanno se mettevano a giocà a guerra in acqua, e je se strusciavano, ridendo co sti sorisi belli che se le sarebbero volute magnà per quanto erano belle.

Passarono gli anni e si sà le cose cambiarono, si separarono, litigarono, scoparono anche, alcuni, tra de loro, finalmente. Ma se vollero bene per sempre, bene che se pe sbajo se incontravano se riconoscevano un attimo prima d’essese incontrati. Una magia di cui nessuno fu padrone, se non il tempo.

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