Lucciole

Posted by opinionista on Luglio 10, 2010

Faceva caldo stanotte, tanto d’alzarmi e affacciarmi alla finestra a prendere un po’ d’aria. Un leggero fiato di vento portava sollievo, una cartina in mano da incollare e di fronte a me un palazzo decadente tagliava l’orizzonte. Non era casa mia e non avevo mai notato fino in fondo quanto era fatiscente sto palazzaccio le cui uniche finestre con le tapparelle aperte avevano delle sbarre bianche da farlo sembrare un carcere "anvedi pare Regina Coeli" ho pensato. Ma soprattutto pensavo al fatto che non c’avevo mai fatto caso a tutta sto decadimento pur percorrendo la strada dall’altra parte del palazzo una infinità di volte. E infatti la spiegazione era semplice, la facciata che da sulla strada è pulita e fresca come quasi tutte le palazzine di questo quartiere ex popolare. E infatti è una metafora tutta romana, tutta metropolitana. Davanti hai la sensazione che sia tutto fresco, pulito, sano, mentre in fondo c’è anche il lato oscuro, quello nascosto, quello della tristezza e del declino. Ma in fondo sto palazzo, pensavo sempre stanotte, è una metafora di questa città, che si pavoneggia dietro la sua storia, i suoi monumenti, la sua bellezza oggettiva ma che nasconde la realtà: quella di una città davvero decadente, dall’anima nera che sta mangiando se stessa, implodendo senza nessuna deflagrazione. Ma poi d’improvviso mentre continuavo a fissare inebitito il tutto non ti vedo una lucciola? Una lucciola a Roma? In questo quartiere e in mezzo a sti palazzi? Boh sarà stata tutta una enorme metafora e a quel punto me so rimesso a letto.

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