in nessun posto
Posted by opinionista on Novembre 25, 2016
Mi accorsi che non ero mai stato in nessun posto. Eppure avevo visto allontanarsi dietro di me figure fisse e immobili, lasciate lì, appese, a teneri saluti colmi d’affetto.
Avevo desiderato andare da sempre, ma qualcosa mi teneva ormeggiato lì, con le vele piegate ed intonse, ostinatamente, sul molo a rimandare. Un filo invisibile, un ricatto, un rancore.
Sognavo ad occhi aperti, e non appena li chiudevo, davanti a me il culo di una macchina, parcheggiato sul ciglio polveroso di una strada assolata nella luce del mattino.
Sul sedile posteriore, appollaiata come un aquila impavida, tutta la solitudine del mio mondo con la sua magnificenza.
Avevo desiderato salvare mia madre. Ma Non la incontrai mai abbastanza. Troppo dolore lei, troppo dolore io.
Avevo desiderato salutare mio nonno ed andare, lasciandomi alle spelle un suo sguardo severo e impaurito, ma onesto, pulito. Se ne era andato lui per prima, lasciando me qui, a salmodiare.
Avevo desiderato la vita, la mia vita, più ardentemente di chiunque altro.
Si stava consumando anche lei come un jeans vecchio tipo.
Posseggo una lacrima che goccia dal mio cuore di angelo, imperterrita. Una perdita nelle tubature inox dell’anima.
Se chiudo gli occhi non vedo che distese desolate da attraversare veloce, lande infinite solcate da linee grigie d’asfalto, deserti, foreste, montagne, fiumi, tramonti rosso fuoco davanti ai quali squalgliarsi e ricordare.
Fino a quando. Mi chiedevo. Fino al mare, rispondevo.
Ma non mi importava davvero. Avevo paura, non posso negarlo.
Chi avrei incontrato davati a me , chi mi sarei lasciato dietro.
Avrei inseguito i miei fantasmi nel cielo nero, bruciando come una stella cadente nelle notti d’agosto e volando come un missile, avrei distrutto ogni ponte appena attraversato, irrangiungibile e bellico, questo sò per certo.
E quelle nuvole? Corrono! Impazzite! Verso dove? Avrei incontrato quante piogge, e quanti soli?
Avrei incontrato nuovi amori, nuove passioni, fuggevoli, sfuggenti, nuovi corpi e sospiri, mille desideri, capri espiatori. Mi sarei adagiato esausto fra qualche abbraccio consolatorio. Avrei mangiato volti, sguardi, sogni di qualche vagabondo o vagabonda. Questo volevo. Questo ero e ancora sono, un inconsolabile bambino.
Ad ogni mio passaggio si sarebbe ridestato qualche spirito ribelle, assopito chissa quando e chissà dove, non è importante. Ad ogni mio passaggio un nuovo incendio.
Sarei passato in ogni luogo, posando la mia ombra con attenta distrazione. Avrei bevuto in milioni di bicchieri sudici, calici colmi di speranza fra milioni di sudici ubriaconi.
Mi sarei addormentato alle prime luci dell’alba attorcigliato tra mille fili slegati. Dormito fra mille serpenti. Finito e senza sogni. Svegliato nella calura del primo pomeriggio. Senza più sapere dove. Senza più saperne il tempo.
Ognuno avrebbe parlato di me, almeno una volta nella vita. Chi ammirato, molti con sdegno, regalando parole dure come l’amore e l’odio.
Ho un sorriso per chiunque, l’avrei avuto anche per loro, e Avrei avuto un sorriso, l’ultimo del giorno, tutto per me, e per chi mi siede accanto.
Dove sei amore mio?. Dove sei adesso?. Ho soltanto paura, o mi importa davvero?
Una parte di me vive al cimitero.
Fino a quando, mi chiedevo, fino al mare, rispondevo.
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