panegirico

Posted by opinionista on Novembre 29, 2014

Ce sta una via che fa tutto un giro costeggiando la caffarella e che poi incontra verso la fine, prima di immettersi sull’appia nuova, sulla sinistra, una vietta.

Sta stradina in teoria avrebbe la precedenza nel congiungersi a vu che con la via che fa tutto il giro costeggiando la Caffarella, la segnaletica è chiara, ma poi nella pratica da quella vietta non ci viene mai nessuno, da quall’altra invece macchine su macchine per tutto il giorno.

Essi perché è una via come dire, obbligata, all’interno di tutto un processo empirico-cognitivo che chiameremo drittata, quella costruzione mentale per cui per sfuggire dal traffico si adottino delle strategie difensive, di evitamento dei veri gorghi , che si tramandano da generazioni in generazioni, ogni volta segrete di quartiere in quartiere, le famose dritte.

Percorsi alternativi, che poi le conoscono tutti ma è piacevole cullare l’illusione che invece sia un mistero per pochi eletti, una linea di demracazione netta tra de chi ce lo sa e di chi no, un privilegio spiccio insomma, bigiotteria emotiva che da ste parti va na cifra.

Insomma da sta vietta, dicevamo, non ce viè mai nessuno, è quasi un viottolo se non fosse che il viottolo è tale se c’è il brecciolino per terra e invece quello è asfaltato.

E quindi è automatico che chi arriva dalla via che fa tutto un giro etc etc non badi al segnale dare precedenza e sfrecci incurante verso l’arrivo della dritta, che sarebbe appunto via appia.

Tutti lo fanno, grandi e piccoli, uomini e donne, vecchi e bambini, perché è cosi da sempre. Ho fatto quella via da tutta la vita seduto in in ogni sedile per ogni fase delle vita per età e rango carraio, è sempre stato cosi, e non è mai successo niente.

Non voglio pensare a che rosicata fa il cid metti il caso disgraziatamente  quel giorno sbuca na macchina dalla vietta. 

Ma soprattutto chi è quello sfigato.

 

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