Diritto alla vigliaccheria
Posted by opinionista on Luglio 13, 2011
“Ho diritto alla vigliaccheria”. Si ripeteva continuamente da alcuni giorni.
Non dormiva, non ci riusciva e ripensava continuamente alle ultime 48 ore.
Aveva di nuovo messo a ferro e fuoco tutto: il suo equilibrio, la propria vita, i propri sogni. Non riusciva a capacitarsene ogni volta che succedeva.
Sì, perché non era la prima volta che succedeva, anzi. Eppure era così complicato da spiegare che neanche a se stesso riusciva a darne una spiegazione.
“Non capisco che male c’è ad essere vigliacchi, se poi di vigliaccheria si tratta. C’è un bisogno così spasmodico di eroi, che ne vengono fabbricati diversi. Militari morti in Afghanistan, cittadini che si ribellano, poliziotti che vengono caricati da manifestanti incazzati. Io non voglio essere uno di loro. Non mi interessa l’eroismo, preferisco l’anonimato”.
Aveva ripetuto a mente questa frase come un mantra. Aveva bisogno di certezze.
In fondo cos’era successo di nuovo? Niente.
L’ennesima storia andata male. Interrotta bruscamente, come quando si riemerge da un’apnea prolungata oltre la propria capacità polmonare. Sì, sentiva così subito dopo. In affanno, cercando di respirare il più possibile, di inghiottire tutta l’aria del mondo.
Un’altra fuga, travolgente. Sì, esistono fughe travolgenti tanto quanto gli amori. Più è forte la passione e più la fuga era violenta. Del resto era fatto così.
Non amava l’equilibrio. Lo cercava, lo bramava, ma quando lo trovava innescava un meccanismo pericoloso: diventava una bomba a orologeria.
Lui pensava di essere più una cluster-bomb. Se non veniva toccato il punto giusto, giaceva inoffensiva e placida. Altrimenti esplodeva improvvisamente, smembrando tutto ciò che era attorno, lui compreso.
Ed era una condizione difficile, la sua. Il suo desiderio di vigliaccheria prendeva corpo e diventava sempre più spesso, deflagrazione dopo deflagrazione.
“Ci sono persone che evidentemente hanno bisogno di scosse per vivere. Fingono tranquillità ma vivono di scariche. Io vorrei avere un defibrillatore di passioni portatile. Il futuro è una truffa. Il presente qualcosa di palpabile che può essere sconvolgente”.
Ma stavolta ci fu qualcosa di diverso. Aveva paura. Non che prima non ne avesse mai avuta, anzi. La paura va di pari passo con la vigliaccheria. Anche se lui si definiva un “vigliacco non pauroso” che onestamente non vuol dire niente. E’ un ossimoro. Ed era un ossimoro vivente la persona che aveva davanti. Sconvolta da se stessa dopo l’ennesima deflagrazione. “Ora che succederà?” si domandava in maniera incessante.
C’era qualcosa di nuovo stavolta. Dopo la deflagrazione non si era messo in fuga.
Era rimasto immobile a guardare i propri piedi. Erano sospesi nel vuoto.
(Continua?…)
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continua?e come?