ungula rasa

Posted by opinionista on Dicembre 18, 2014

Questa è la storia delle unghie del piede.
Una storia dura, una storia di lotta, una storia dal basso.
Una storia nostalgica fatta di dimenticanza, di incuria, di degrado.
Una storia incazzata nera, pista come dopo un pestone, come dopo un carcio allo spigolo dello stipide, una storia di bestemmie, di lacrime fredde.
E’ una storia vittinma di sessismo, di discriminazione a buffo, una storia di mancata integrazione.
Una storia di figlie di una madonna minore.
Quelle della mano stringono mano, incontrano, si mostrano, si ricostruiscono, luccicano nelle loro mille fogge e possibiltà, accarezzano, si succhiano durante la scena di sesso, scaccolano, indicano, imputano, giudicano!
Quelle di sotto no, niente di tutto questo, succubi  stanno mute e zitte,  sotto. Crescono o non crescono non conta, crescono dritte crescono storte a chi importa, nessuno le guarda,  nesusno le conta, nessuno se ne ricorda se non prima del primo giorno di mare stagionale, o della prossima partita di calcetto.
Sempre se, perché manco è detto.
E allora peggio me sento, perché allora saranno gli sguardi schifati dei passanti il premio, l’ umiliazioni della marginalità che non diventa manco discorso comune, qualunque,  ma silenzio, omertà, ipocrisia, mistificazione.
Oppure saranno calzini bucati sporchi di sangue, scarpini gonfi e palloni sgonfi, penzolanti, sopra il dito medio.
Una storia di reclusione, di punizione, di scarpe di ogni foggia e forma a deriderle per tutto il viaggio, passo dopo passo.
Nessuna solidarietà da parte di nessun altro,  nessuna possibiltà di scampo, un solo destino,  nessuna gloria, nessun raggio di sole,  nessuna droga,  solo sacrificio e dolore, rancore, odio, desiderio di efferata vendetta.
Tutta la loro vita spesa nell’umile attesa di un infradito che non arriverà mai, se non come l’ennesima illusione temporanea, l’ennesima beffa, come due mesi di libertà tra 100 anni di galera.

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